Ottava Nota

Progetto dedicato alla pubblicazione delle parole di troppo.

sabato 10 maggio 2008

SE SCAPPI TI VOTO


Le elezioni sono andate. A sentire le news dei nostri notiziari, i giornali di tutto il mondo hanno acclamato la vittoria del Popolo Delle Libertà. Vediamo come...
ABC acclama Berlusconi come un uomo che "ha dimostrato di preoccuparsi più del suo aspetto fisico che della salute del paese che governa."
El Mundo definisce "
xenofobe e separatiste" le posizioni della lega (altra acclamazione).
El Periodico esulta! "Per l'Europa il ritorno di Sua Emittenza a Palazzo Chigi è una pessima notizia!"
Le Figaro trattiene l'entusiasmo: “Inaffondabile, Silvio Berlusconi è sopravvissuto ai magistrati, a pessimi risultati economici, al bombardamento della sinistra [sic] e anche al ridicolo. […] ha capito che, per vincere, stavolta doveva smettere di promettere la luna. […] Ed eccolo di nuovo vincitore. Pronto ad indossare gli abiti di “padre della nazione” un po’ indegno, un vestito tagliato su misura.
The Guardian é ottimista: “Queste elezioni non risolvono nulla […] E’ molto probabile che il nuovo sessantaduesimo governo dell’Italia del dopoguerra sarà rapidamente seguito da un sessantatreesimo e quindi da altre e probabilmente più inconcludenti elezioni”.
Il
Financial Times tedesco conclude che "non c'é sparanza che il mandato del governo di centrodestra sia in qualche modo differente dai precedenti [...] Gli unici a beneficiare della vittoria saranno Berlusconi e la sua cricca. Gli manca la volontà politica di modernizzare la nazione. Questo é un male non solo per l'Italia, ma per l'intera Europa".
Ora però passiamo al mondo che conta. Ecco come lo acclama il New York Times, faro del nostro complesso di non-americani (seguite il link, non starò a incollare tutta la pagina): http://topics.nytimes.com/top/reference/timestopics/people/b/silvio_berlusconi/index.html?inline=nyt-per (non serve essere di madre anglofona per capire quanto basta)
Ecco una citazione in italiano di un altro articolo:
Ciò di cui il paese ha disperatamente bisogno è un’intensa lotta all’evasione fiscale, alle sovvenzioni pubbliche ingiustificate, all’iper-regolamentazione e ad una radicata cultura di corruzione politica ed economica. Sarebbe chiedere molto ad un uomo i cui affari privati hanno ripetutamente attirato l’attenzione dei pubblici ministeri ma nessuna condanna”.
E' molto poco comunque, per una nazione in cui basta una menzogna per rischiare la poltrona. Troppo poco. Allora troviamo, in altra sede, un commento illuminante (per noi):
"Much of the media in Western Europe, Britain and the United States reported the election as if something disastrous had just happened in Rome. One reads of "the media tycoon" who has just "snatched an election victory" instead of going to prison for unspecified crimes. The phrase most often used by analysts is stark: Italian democracy is in crisis!"
Le citazioni sono corrette ma il tono - noterete - saltuariamente é sarcastico. Per l'appunto, i giornalisti americani non affondano il colpo nemmeno quanto vorrebbero, perché, spiegano:
"Berlusconi's message was unabashedly pro-American, promising to strengthen transatlantic relations, especially in the context of the global War on Terror. Veltroni urged greater European solidarity and made most of the usual anti-American noises." Cioé, stringi stringi, Veltroni sarebbe stato peggio, perché molto scomodo come interlocutore "da guerra". Quindi Berlusconi a loro fa schifo ma ce lo ciucciamo noi; loro ne hanno solo benefici. Ecco perché il PDL può tranquillamente vantarsi di avere la benevolenza degli Stati Uniti, dove i giudici condannano regolarmente uomini di potere (che non riescono a scappargli in alcun modo) senza che nessuno pensi di identificarli con una "cavalleria comunista".
Agli americani provochiamo una commistione di sentimenti tra la pietà e il ribrezzo, ma al governo di Washington andiamo benissimo così. In fondo sono gli stessi che facevano arrivare vagonate di soldi a Mussolini e Hitler, e anzi scrivevano che col duce "i mangiaspaghetti si stavano finalmente de-italianizzando". Peggio per noi se l'alternativa democratica in Italia non é ciecamente filoamericana, e magari mostra chiazze filopalestinesi; vorrà dire che ci terremo il PDL, col suo inno allegato, tanto gli italiani non si meritano molto di più. Continuiamo ad essere una delle minoranze fastidiose che gli statunitensi aggregavano a cinesi e neri, etichettati con nomignoli da scuola elementare.

Mezza america é razzista: bisogna farsene una ragione. Ogni tanto si esprimono decentemente, ma non sono preoccupati per noi. E' come quando si sta in chiesa: si legge solennemente il passo del vangelo, poi si torna ai banchi e basta on'occhiata di un compagno di scuola per scoppiare a ridere. Smettiamola di cercare comprensione nella loro gente, nei loro giornali, nelle loro televisioni. Stiamo pretendendo troppo da gente così.